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 ISTITUTO

 COMPRENSIVO

"71° AGANOOR MARCONI"

Traversa dell'abbondanza snc - 80145 - Napoli

PEO: naic8ck00c@istruzione.it

PEC: naic8ck00c@pec.istruzione.it

Tel./fax: 0817403636 -  C.F. 80024920631

 
 

 

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Cenni storici_____________________________________________________________

La storia della nostra scuola comincia il 4 maggio 1871 quando nell’abitazione di Sant’Alfonso, tre stanze furono utilizzate come scuola elementare.

Successivamente la scuola fu trasferita in via Chiesa 15 e quindi in un palazzo al Corso Marianella. Qui, quando fu costruita una scuola elementare nuova, fu stabilita la scuola media nel 1960. Ebbe subito successo perché da quattro passarono subito al 12 classi poiché raccoglieva l’utenza di Chiaiano, Piscinola e San Rocco.  Ben presto nell'area dell'Istituto Autonomo Case Popolari, nella II Traversa di Via dell'Abbondanza, fu allestito un prefabbricato adibito a scuola media, fornito solo di dodici aule.

 All’inizio degli anni ’60, fu consegnata la sede Aganoor, costruita con i fondi della Cassa del Mezzogiorno per volontà del Senatore Chiarolanza. Negli anni ’70 si è aggiunto il plesso distaccato in via dell’Abbondanza, chiamato Nuovo Edificio, che fu occupato dopo il terremoto dell’ ’80 e liberato solo alcuni anni dopo. Nell’anno 2001 è stata istituita la scuola dell’infanzia.

 Per l’anno scolastico 1990/1991  la Scuola Media G. Marconi fu insediata nel nuovo grande edificio (concepito originariamente come Poliambulatorio) della I Traversa di Via dell'Abbondanza, dov'è attualmente.

 Dall’anno scolastico 2012/2013 il 71° circolo “Aganoor” e la Scuola media Statale “G.Marconi” sono diventati un Istituto Comprensivo.

 

Analisi socio-demografica del territorio _____________________________________

L' I.C. 71° Aganoor-Marconi accoglie la platea scolastica della VIII Municipalità di Chiaiano- Piscinola-Marianella-Scampia, situata nell'Area Nord di Napoli. Il quartiere si caratterizza come periferico-residenziale ed il territorio ha subito un'urbanizzazione selvaggia post terremoto. I ceppi originali si sono, infatti, smembrati ed il territorio ha vissuto un processo immigratorio che ha ridisegnato il  contesto sociale. Fino agli anni '80 si evidenziavano caratteristiche agricole;oggi interi quartieri si presentano con caratteri tipici della periferia urbana e metropolitana con un tipo di edilizia residenziale-abitativa-popolare. Ne deriva che la zona vive le problematiche della periferia di Napoli , con presenza di devianza giovanile e disgregazione familiare. Per quanto concerne il livello culturale prevalgono le persone in possesso dei titoli di studio meno elevati. Solo il 22,16 % è in possesso di diplomi universitari e diplomi di scuola secondaria di II grado.

All'interno di questo contesto, la scuola  connota la sua fisionomia come scuola attenta alle problematiche esistenti nel territorio di appartenenza, con l'intento di aderire alla domanda dell'utenza e alle Indicazioni Nazionali Ministeriali, unitamente alla conseguenza della propria autonomia, offre il suo servizio di agenzia educativa con impianto programmatico che, in maniera orizzontale, verticale e trasversale alle discipline, coniuga il concetto di valorizzazione dell'identità personale legato al territorio  di appartenenza.

 

BISOGNI FORMATIVI

In relazione all’analisi demografica precedentemente descritta e alla diretta esperienza acquisita dagli operatori scolastici (Dirigente, docenti e personale ATA), l’utenza di questa scuola ha mostrato negli anni scorsi le seguenti caratteristiche:

- generalizzata presenza di famiglie con problematiche economiche e sociali più o meno gravi;

- presenza di una stratificata sfiducia e demotivazione nella scuola come istituzione in generale;

- svalutazione della funzione educativa e formativa della scuola che viene vista come puro obbligo e come area di parcheggio e non come diritto-dovere e opportunità;

- una conseguente e diffusa mancanza di attenzione da parte dei genitori nella cura della frequenza e dell’impegno scolastico dei figli, di cui non sono in grado di seguire l’iter formativo;

- persistenza del fenomeno della dispersione e della frequenza saltuaria;

- uso frequente, e in alcuni casi assoluto, del vernacolo.

Nonostante ciò, in questi ultimi tempi, si è registrata una maggiore partecipazione dei genitori alla vita scolastica dei propri figli e l’utenza è notevolmente migliorata, il che lascia presupporre una maggiore fiducia da parte dell’utenza nella nostra istituzione scolastica.

 

CURRICOLO VERTICALE

Il curriculum verticale nasce dall’esigenza primaria di garantire il diritto dell’alunno ad un percorso formativo organico e completo, che promuova uno sviluppo articolato e multidimensionale del soggetto il quale, pur nei cambiamenti evolutivi e nelle diverse istituzioni scolastiche, costruisce la sua identità.

Coerentemente con questa affermazione della C.M. 339/92, con le direttive ministeriali della Legge 28 marzo 2003 n° 53 e successive norme applicative e con riferimento all’Atto di Indirizzo dell’8 settembre 2009 e alle Indicazioni Nazionali per il curricolo del 4 settembre 2012:

“la scuola persegue una doppia linea formativa: verticale e orizzontale. La linea verticale esprime l’esigenza d’impostare una formazione che possa poi continuare lungo l’intero arco della vita; quella orizzontale indica la necessità di un’attenta collaborazione tra la scuola e gli attori extrascolastici con funzioni a vario titolo educative: la famiglia in primo luogo.”

La progettazione curricolare, affidata alla scuola, deve elaborare specifiche scelte relative a contenuti, metodi, organizzazione e valutazione coerenti con i traguardi formativi previsti dal documento nazionale.

La scuola responsabilmente organizzerà e sceglierà “l’itinerario più opportuno per consentire agli studenti il miglior conseguimento dei risultati prefissati.”

All’interno del percorso educativo, i docenti non dovranno limitarsi alla sola trasmissione di una sequenza di contenuti, ma superando i confini disciplinari, utilizzeranno gli specifici saperi per promuovere competenze e obiettivi formativi generali.

L’elaborazione del curriculum verticale permette di tracciare un percorso unitario e, allo stesso tempo, contribuisce alla costruzione di una “positiva” comunicazione tra i diversi attori della scuola. Si favorirà un clima collaborativo, che vedrà la partecipazione emotiva e la condivisione dell’alunno nella scelta dei processi d’attivare e delle strategie più opportune. Tutto ciò creerà le condizioni che favoriscono “lo star bene a scuola” e la costruzione di “un reale progetto educativo condiviso”.

Le principali finalità del curriculum verticale sono:

- assicurare un percorso graduale di crescita globale che tenga conto, in maniera costante, dei desideri dei bambini e degli adolescenti;

- fornire le chiavi per apprendere ad apprendere;

- consentire l’acquisizione di competenze, abilità, conoscenze e quadri concettuali adeguati alle potenzialità di ciascuno;

- favorire la maturazione di competenze-chiave di cittadinanza;

- sviluppare il senso critico e l’autonomia personale;

- favorire la realizzazione del proprio “progetto di vita”;

- valorizzare l’unicità e la singolarità dell’identità culturale di ogni studente anche nel confronto con altre culture.

Il curriculum verticale deve essere uno strumento operativo che consentirà di rinnovare il modo di fare cultura e la stessa professionalità docente rivedendo le strategie metodologiche (didattica laboratoriale, esperienziale, comunicativa, funzionale, partecipativa, ludico-espressiva, esplorativa, collaborativa, interdisciplinare, trasversale) in una nuova prospettiva metacognitiva. Difatti le strategie didattiche metacognitive sono strategie specifiche di sviluppo delle competenze.

La valutazione precederà, accompagnerà e seguirà tale percorso, assumendo una funzione formativa e di stimolo al miglioramento continuo.

Essa dovrà focalizzarsi sulla capacità di collegare i saperi disciplinari e sulla capacità di padroneggiare ed utilizzare le competenze acquisite in contesti diversificati di apprendimento e di vita.

 

LE COMPETENZE TRASVERSALI

Le competenze trasversali sono:

1         imparare a cooperare;

2        sapere ascoltare;

3        comunicare idee, sentimenti, esperienze, secondo registri variabili per scopo e per destinatario;

4        comprendere e utilizzare i linguaggi verbali e non verbali;

5        comprendere testi;

6        raccogliere, interpretare ed elaborare dati;

7        impostare e risolvere problemi;

8        acquisire metodo di studio;

9        organizzare le informazioni;

10      saper contestualizzare nel tempo e nello spazio.

 

La scuola dell’infanzia si prefigge di raggiungere gli obiettivi attraverso:

- l’individualizzazione dei percorsi per permettere a tutti i bambini di raggiungere gli obiettivi fissati;

- la personalizzazione in merito alle potenzialità che valorizzano i talenti di cui ciascuno dispone;

- la flessibilità nell’applicazione delle proposte didattiche tenendo conto dei tempi, dei ritmi, degli stili cognitivi della personalità, delle motivazioni e degli interessi di ogni singolo bambino;

- la stimolazione alla valorizzazione del gioco in tutti i suoi aspetti;

- l’organizzazione sociale delle attività: coppia, piccoli gruppi, (vedi progetto accoglienza);

- l’elaborazione dell’esperienze dirette;

- l’impiego di strumenti, sussidi, schede operative atti a richiamare e valorizzare i vissuti;

- la sollecitazione della creatività in tutte le sue forme espressive;

- l’apertura del lavoro di sezione alla collaborazione tra le classi nella condivisione di alcune attività comuni e aggreganti attraverso attività collettive


 

CAMPI DI ESPERIENZA

Il se e L’ALTRO:

è l’area di apprendimento nella quale si determina l’apertura del bambino all’altro, non rinunciando con questo alla propria UNICITA’ ma affermandola proprio attraverso il processo d’interazione con gli altri.

 

Il corpo e il movimento:

è l’area di apprendimento della corporeità e della motricità per promuovere la presa di coscienza del corpo inteso come modo di essere della personalità e come condizione per lo sviluppo integrale della persona.

 

I discorsi e le parole:

è l’area che offre la possibilità di consolidare, potenziare e ampliare le conoscenze e le abilità linguistiche già costruite, per giungere ad una più sicura padronanza della lingua.

 

IMMAGINI, SUONI e COLORI:

ambito in cui si promuove il piacere istintivo di produrre, esprimere e creare attraverso le arti figurative: la musica, la danza, il teatro.

 

LA CONOSCENZA del MONDO:

area di apprendimento relativa all’esplorazione aperta e alla prima sistematizzazione delle conoscenze sul mondo della realtà naturale ed artificiale ed esercita abilità in ordine all’interpretazione matematica dei fenomeni dell’esperienza, facendone emergere gli aspetti razionali.

Integrazione degli alunni diversamente abili

La scuola deve garantire a tutti il diritto all’educazione, pertanto, nei confronti delle persone in situazione di diversità, essa assume un ruolo molto importante in funzione dell’integrazione sociale e dello sviluppo delle potenzialità individuali.

In tale ottica è fondamentale che la scuola elabori, per questi ragazzi, in accordo con i Servizi socio-sanitari e le famiglie, progetti educativi personalizzati, ottimizzando l’utilizzo delle risorse a disposizione (insegnanti di sostegno, materiali, tecnologie, attrezzature, laboratori…).

L’intero Consiglio di Classe assume in proprio il problema dell’integrazione degli alunni diversamente abili, elaborando strategie educative appropriate che, oltre all’individuazione degli obiettivi, metodi e risorse, prevedono anche il coinvolgimento della famiglia, dei compagni di classe, del personale ausiliario e di segreteria. Il docente di sostegno ha funzioni di coordinamento generale per l’integrazione dell’alunno diversamente abile, in collaborazione con i docenti di classe, gli operatori dell’A.S.L. e d’intesa col Dirigente Scolastico.

Nella nostra scuola operano numerosi docenti di sostegno, assegnati per attuare “interventi individualizzati di natura integrativa in favore della generalità degli alunni e in particolare di quelli che presentano specifiche difficoltà di apprendimento” (DPR n. 970/75).

La responsabilità dell’integrazione deve però essere assunta da tutta la comunità scolastica e dagli insegnanti di classe in modo particolare, che devono saper rispondere ai bisogni educativi degli alunni, con interventi calibrati sulle condizioni personali di ciascuno.

È perciò necessario muovere dalla conoscenza del ragazzo e del suo ambiente (mediante l’analisi della documentazione e i contatti con la famiglia e l’équipe socio-sanitaria), per poter pervenire, attraverso le tappe previste dalla normativa e con una fattiva collaborazione fra i docenti e gli operatori dell’A.S.L., alla stesura di un piano educativo individualizzato, che sia davvero correlato alle difficoltà e alle potenzialità dell’individuo e che abbia come obiettivo lo sviluppo di queste ultime in ordine all’apprendimento, alla socializzazione, all’autonomia e alla comunicazione personale.

La progettazione educativo-didattica potrà dunque essere uguale o diversificata rispetto a quella della classe di appartenenza dell’alunno, ma comunque flessibile nell’uso del tempo, degli spazi, delle forme di raggruppamento dei ragazzi e indirizzata a favorire la partecipazione e l’integrazione di tutti con tutti.

Proprio in questo senso sono stati organizzati i progetti della nostra scuola finalizzati al superamento del disagio scolastico. In termini generali per gli alunni diversamente abili si seguono i seguenti itinerari:

in sede di Consiglio di Classe si precisano le diagnosi e si elaborano le strategie individuali di recupero (art. 104);

si coinvolgono i genitori tramite comunicazione degli insegnanti;

all’inizio dell’anno si richiede l’intervento di esperti per la presentazione della diagnosi funzionale in base alla quale verrà preparata la progettazione educativa individualizzata che verrà verificata:

- alla fine del primo quadrimestre per proporre eventuali modifiche;

- alla fine dell’anno scolastico, per una valutazione complessiva

 

Le scelte metodologiche

Secondo le Indicazioni Nazionali, la scuola deve essere luogo di ricerca attiva per trasformare l’insegnamento da esecuzione di direttive centrali in un  progetto continuo per la messa in pratica di principi generali per il superamento delle criticità proprie del contesto particolare in cui ciascun insegnante opera. Gli approcci metodologici possono essere diversi, ma ci che interessa e che le azioni avviate abbiano una ricaduta nella pratiche didattiche, grazie ad un percorso che si perfeziona e si migliora strada facendo, attraverso la riflessione, la riprogettazione, il confronto.

La formazione umana e civile dell’alunno può concretizzarsi esclusivamente in un cammino educativo dove questi è elemento attivo e partecipativo della propria formazione, e le metodologie didattiche ed educative devono favorire questo tipo di percorso.

La nostra proposta metodologica, quindi, prevede una interazione allievo-docente a tutti i livelli della proposta didattica.

Le discipline sono il nucleo centrale della nostra attività. Questo nucleo fa riferimento agli obiettivi formativi del PTOF, attuandolo attraverso il lavoro disciplinare ed il raggiungimento degli obiettivi delle discipline stesse.

I metodi di lavoro utilizzati sono in rapporto al tipo di tema trattato, alle caratteristiche della classe, ai metodi specifici di ogni disciplina, attuando una flessibilità delle strategie per il recupero ed il potenziamento.

 

    

 

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Dirigente Scolastico

Prof.ssa Antonella Federico



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