Cenni
storici_____________________________________________________________
La storia della nostra scuola comincia il 4
maggio 1871 quando nell’abitazione di Sant’Alfonso, tre stanze
furono utilizzate come scuola elementare.
Successivamente la scuola fu trasferita in via
Chiesa 15 e quindi in un palazzo al Corso Marianella. Qui,
quando fu costruita una scuola elementare nuova, fu stabilita la
scuola media nel 1960.
Ebbe subito
successo perché da quattro passarono subito al 12 classi poiché
raccoglieva l’utenza di Chiaiano, Piscinola e San Rocco.
Ben presto nell'area dell'Istituto
Autonomo Case Popolari,
nella II Traversa di Via dell'Abbondanza, fu allestito un
prefabbricato adibito a scuola media, fornito solo di dodici
aule.
All’inizio
degli anni ’60, fu consegnata la sede Aganoor, costruita con i
fondi della Cassa del Mezzogiorno per volontà del Senatore
Chiarolanza. Negli anni ’70 si è aggiunto il plesso distaccato
in via dell’Abbondanza, chiamato Nuovo Edificio, che fu occupato
dopo il terremoto dell’ ’80 e liberato solo alcuni anni dopo.
Nell’anno 2001 è stata istituita la scuola dell’infanzia.
Per
l’anno scolastico 1990/1991 la Scuola Media
G. Marconi
fu insediata nel nuovo grande edificio (concepito
originariamente come Poliambulatorio) della I Traversa di Via
dell'Abbondanza, dov'è attualmente.
Dall’anno
scolastico 2012/2013 il 71° circolo “Aganoor” e la Scuola media
Statale “G.Marconi” sono diventati un Istituto Comprensivo.
Analisi socio-demografica del territorio
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L' I.C. 71° Aganoor-Marconi accoglie la platea
scolastica della VIII Municipalità di Chiaiano-
Piscinola-Marianella-Scampia, situata nell'Area Nord di Napoli.
Il quartiere si caratterizza come periferico-residenziale ed il
territorio ha subito un'urbanizzazione selvaggia post terremoto.
I ceppi originali si sono, infatti, smembrati ed il territorio
ha vissuto un processo immigratorio che ha ridisegnato il
contesto sociale. Fino agli anni '80 si evidenziavano
caratteristiche agricole;oggi interi quartieri si presentano con
caratteri tipici della periferia urbana e metropolitana con un
tipo di edilizia residenziale-abitativa-popolare. Ne deriva che
la zona vive le problematiche della periferia di Napoli , con
presenza di devianza giovanile e disgregazione familiare. Per
quanto concerne il livello culturale prevalgono le persone in
possesso dei titoli di studio meno elevati. Solo il 22,16 % è in
possesso di diplomi universitari e diplomi di scuola secondaria
di II grado.
All'interno di questo contesto, la scuola
connota la sua fisionomia come scuola attenta alle problematiche
esistenti nel territorio di appartenenza, con l'intento di
aderire alla domanda dell'utenza e alle Indicazioni Nazionali
Ministeriali, unitamente alla conseguenza della propria
autonomia, offre il suo servizio di agenzia educativa con
impianto programmatico che, in maniera orizzontale, verticale e
trasversale alle discipline, coniuga il concetto di
valorizzazione dell'identità personale legato al territorio
di appartenenza.
BISOGNI FORMATIVI
In relazione all’analisi demografica precedentemente descritta e
alla diretta esperienza acquisita dagli operatori scolastici
(Dirigente, docenti e personale ATA), l’utenza di questa scuola
ha mostrato negli anni scorsi le seguenti caratteristiche:
-
generalizzata presenza di famiglie con problematiche
economiche e sociali più o meno gravi;
-
presenza di una stratificata sfiducia e demotivazione nella
scuola come istituzione in generale;
-
svalutazione della funzione educativa e formativa della
scuola che viene vista come puro obbligo e come area di
parcheggio e non come diritto-dovere e opportunità;
-
una conseguente e diffusa mancanza di attenzione da parte
dei genitori nella cura della frequenza e dell’impegno
scolastico dei figli, di cui non sono in grado di seguire
l’iter formativo;
-
persistenza del fenomeno della dispersione e della frequenza
saltuaria;
-
uso frequente, e in alcuni casi assoluto, del vernacolo.
Nonostante ciò, in questi ultimi tempi, si è registrata una
maggiore partecipazione dei genitori alla vita scolastica dei
propri figli e l’utenza è notevolmente migliorata, il che lascia
presupporre una maggiore fiducia da parte dell’utenza nella
nostra istituzione scolastica.
CURRICOLO
VERTICALE
Il curriculum verticale nasce dall’esigenza primaria di
garantire il diritto dell’alunno ad un percorso formativo
organico e completo, che promuova uno sviluppo articolato e
multidimensionale del soggetto il quale, pur nei cambiamenti
evolutivi e nelle diverse istituzioni scolastiche, costruisce la
sua identità.
Coerentemente con questa affermazione della C.M. 339/92, con le
direttive ministeriali della Legge 28 marzo 2003 n° 53 e
successive norme applicative e con riferimento all’Atto di
Indirizzo dell’8 settembre 2009 e alle Indicazioni Nazionali per
il curricolo del 4 settembre 2012:
“la scuola persegue una doppia linea formativa: verticale e
orizzontale. La linea verticale esprime l’esigenza d’impostare
una formazione che possa poi continuare lungo l’intero arco
della vita; quella orizzontale indica la necessità di un’attenta
collaborazione tra la scuola e gli attori extrascolastici con
funzioni a vario titolo educative: la famiglia in primo luogo.”
La progettazione curricolare, affidata alla scuola, deve
elaborare specifiche scelte relative a contenuti, metodi,
organizzazione e valutazione coerenti con i traguardi formativi
previsti dal documento nazionale.
La scuola responsabilmente organizzerà e sceglierà
“l’itinerario più opportuno per consentire agli studenti il
miglior conseguimento dei risultati prefissati.”
All’interno del percorso educativo, i docenti non dovranno
limitarsi alla sola trasmissione di una sequenza di contenuti,
ma superando i confini disciplinari, utilizzeranno gli specifici
saperi per promuovere competenze e obiettivi formativi generali.
L’elaborazione del curriculum verticale permette di tracciare un
percorso unitario e, allo stesso tempo, contribuisce alla
costruzione di una “positiva” comunicazione tra i diversi attori
della scuola. Si favorirà un clima collaborativo, che vedrà la
partecipazione emotiva e la condivisione dell’alunno nella
scelta dei processi d’attivare e delle strategie più opportune.
Tutto ciò creerà le condizioni che favoriscono “lo star bene a
scuola” e la costruzione di “un reale progetto educativo
condiviso”.
Le principali finalità del curriculum verticale sono:
-
assicurare un percorso graduale di crescita globale che tenga
conto, in maniera costante, dei desideri dei bambini e degli
adolescenti;
-
fornire le chiavi per apprendere ad apprendere;
-
consentire l’acquisizione di competenze, abilità, conoscenze e
quadri concettuali adeguati alle potenzialità di ciascuno;
-
favorire la maturazione di competenze-chiave di cittadinanza;
-
sviluppare il senso critico e l’autonomia personale;
-
favorire la realizzazione del proprio “progetto di vita”;
-
valorizzare l’unicità e la singolarità dell’identità culturale
di ogni studente anche nel confronto con altre culture.
Il curriculum verticale deve essere uno strumento operativo che
consentirà di rinnovare il modo di fare cultura e la stessa
professionalità docente rivedendo le strategie metodologiche
(didattica laboratoriale, esperienziale, comunicativa,
funzionale, partecipativa, ludico-espressiva, esplorativa,
collaborativa, interdisciplinare, trasversale) in una nuova
prospettiva metacognitiva. Difatti le strategie didattiche
metacognitive sono strategie specifiche di sviluppo delle
competenze.
La valutazione precederà, accompagnerà e seguirà tale percorso,
assumendo una funzione formativa e di stimolo al miglioramento
continuo.
Essa dovrà focalizzarsi sulla capacità di collegare i saperi
disciplinari e sulla capacità di padroneggiare ed utilizzare le
competenze acquisite in contesti diversificati di apprendimento
e di vita.
LE COMPETENZE TRASVERSALI
Le competenze trasversali sono:
1
imparare a
cooperare;
2
sapere
ascoltare;
3
comunicare
idee, sentimenti, esperienze, secondo registri variabili per
scopo e per destinatario;
4
comprendere e
utilizzare i linguaggi verbali e non verbali;
5
comprendere
testi;
6
raccogliere,
interpretare ed elaborare dati;
7
impostare e
risolvere problemi;
8
acquisire
metodo di studio;
9
organizzare
le informazioni;
10
saper
contestualizzare nel tempo e nello spazio.
La scuola dell’infanzia si prefigge di raggiungere gli obiettivi
attraverso:
-
l’individualizzazione dei percorsi per permettere a tutti i
bambini di raggiungere gli obiettivi fissati;
-
la personalizzazione in merito alle potenzialità che valorizzano
i talenti di cui ciascuno dispone;
-
la flessibilità nell’applicazione delle proposte didattiche
tenendo conto dei tempi, dei ritmi, degli stili cognitivi della
personalità, delle motivazioni e degli interessi di ogni singolo
bambino;
-
la stimolazione alla valorizzazione del gioco in tutti i suoi
aspetti;
-
l’organizzazione sociale delle attività: coppia, piccoli gruppi,
(vedi progetto accoglienza);
-
l’elaborazione dell’esperienze dirette;
-
l’impiego di strumenti, sussidi, schede operative atti a
richiamare e valorizzare i vissuti;
-
la sollecitazione della creatività in tutte le sue forme
espressive;
-
l’apertura del lavoro di sezione alla collaborazione tra le
classi nella condivisione di alcune attività comuni e aggreganti
attraverso attività collettive
CAMPI
DI ESPERIENZA
Il se e L’ALTRO:
è l’area di apprendimento nella quale si determina l’apertura
del bambino all’altro, non rinunciando con questo alla propria
UNICITA’ ma affermandola proprio attraverso il processo
d’interazione con gli altri.
Il corpo e il movimento:
è l’area di apprendimento della corporeità e della motricità per
promuovere la presa di coscienza del corpo inteso come modo di
essere della personalità e come condizione per lo sviluppo
integrale della persona.
I discorsi e le parole:
è l’area che offre la possibilità di consolidare, potenziare e
ampliare le conoscenze e le abilità linguistiche già costruite,
per giungere ad una più sicura padronanza della lingua.
IMMAGINI, SUONI e COLORI:
ambito in cui si promuove il piacere istintivo di produrre,
esprimere e creare attraverso le arti figurative: la musica, la
danza, il teatro.
LA CONOSCENZA del MONDO:
area di apprendimento relativa all’esplorazione aperta e alla
prima sistematizzazione delle conoscenze sul mondo della realtà
naturale ed artificiale ed esercita abilità in ordine
all’interpretazione matematica dei fenomeni dell’esperienza,
facendone emergere gli aspetti razionali.
Integrazione degli alunni diversamente abili
La scuola deve garantire a tutti il diritto all’educazione,
pertanto, nei confronti delle persone in situazione di
diversità, essa assume un ruolo molto importante in funzione
dell’integrazione sociale e dello sviluppo delle potenzialità
individuali.
In tale ottica è fondamentale che la scuola elabori, per questi
ragazzi, in accordo con i Servizi socio-sanitari e le famiglie,
progetti educativi personalizzati, ottimizzando l’utilizzo delle
risorse a disposizione (insegnanti di sostegno, materiali,
tecnologie, attrezzature, laboratori…).
L’intero Consiglio di Classe assume in proprio il problema
dell’integrazione degli alunni diversamente abili, elaborando
strategie educative appropriate che, oltre all’individuazione
degli obiettivi, metodi e risorse, prevedono anche il
coinvolgimento della famiglia, dei compagni di classe, del
personale ausiliario e di segreteria. Il docente di sostegno ha
funzioni di coordinamento generale per l’integrazione
dell’alunno diversamente abile, in collaborazione con i docenti
di classe, gli operatori dell’A.S.L. e d’intesa col Dirigente
Scolastico.
Nella nostra scuola operano numerosi docenti di sostegno,
assegnati per attuare “interventi individualizzati di natura
integrativa in favore della generalità degli alunni e in
particolare di quelli che presentano specifiche difficoltà di
apprendimento” (DPR n. 970/75).
La responsabilità dell’integrazione deve però essere assunta da
tutta la comunità scolastica e dagli insegnanti di classe in
modo particolare, che devono saper rispondere ai bisogni
educativi degli alunni, con interventi calibrati sulle
condizioni personali di ciascuno.
È perciò necessario muovere dalla conoscenza del ragazzo e del
suo ambiente (mediante l’analisi della documentazione e i
contatti con la famiglia e l’équipe socio-sanitaria), per poter
pervenire, attraverso le tappe previste dalla normativa e con
una fattiva collaborazione fra i docenti e gli operatori
dell’A.S.L., alla stesura di un piano educativo
individualizzato, che sia davvero correlato alle difficoltà
e alle potenzialità dell’individuo e che abbia come obiettivo lo
sviluppo di queste ultime in ordine all’apprendimento, alla
socializzazione, all’autonomia e alla comunicazione personale.
La progettazione educativo-didattica potrà dunque essere uguale
o diversificata rispetto a quella della classe di appartenenza
dell’alunno, ma comunque flessibile nell’uso del tempo, degli
spazi, delle forme di raggruppamento dei ragazzi e indirizzata a
favorire la partecipazione e l’integrazione di tutti con tutti.
Proprio in questo senso sono stati organizzati i progetti della
nostra scuola finalizzati al superamento del disagio scolastico.
In termini generali per gli alunni diversamente abili si seguono
i seguenti itinerari:
-
in sede di Consiglio di Classe si precisano le diagnosi e si
elaborano le strategie individuali di recupero (art. 104);
-
si coinvolgono i genitori tramite comunicazione degli
insegnanti;
-
all’inizio dell’anno si richiede l’intervento di esperti per la
presentazione della diagnosi funzionale in base alla quale verrà
preparata la progettazione educativa individualizzata che verrà
verificata:
- alla fine del primo quadrimestre per proporre eventuali
modifiche;
- alla fine dell’anno scolastico, per una valutazione
complessiva
Le scelte metodologiche
Secondo le Indicazioni Nazionali, la scuola deve essere luogo di
ricerca attiva per trasformare l’insegnamento da esecuzione di
direttive centrali in un progetto continuo per la messa in
pratica di principi generali per il superamento delle criticità
proprie del contesto particolare in cui ciascun insegnante
opera. Gli approcci metodologici possono essere diversi, ma ci
che interessa e che le azioni avviate abbiano una ricaduta nella
pratiche didattiche, grazie ad un percorso che si perfeziona e
si migliora strada facendo, attraverso la riflessione, la
riprogettazione, il confronto.
La formazione umana e civile dell’alunno può concretizzarsi
esclusivamente in un cammino educativo dove questi è elemento
attivo e partecipativo della propria formazione, e le
metodologie didattiche ed educative devono favorire questo tipo
di percorso.
La nostra proposta metodologica, quindi, prevede una interazione
allievo-docente a tutti i livelli della proposta didattica.
Le discipline sono il nucleo centrale della nostra attività.
Questo nucleo fa riferimento agli obiettivi formativi del PTOF,
attuandolo attraverso il lavoro disciplinare ed il
raggiungimento degli obiettivi delle discipline stesse.
I metodi di lavoro utilizzati sono in rapporto al tipo di tema
trattato, alle caratteristiche della classe, ai metodi specifici
di ogni disciplina, attuando una flessibilità delle strategie
per il recupero ed il potenziamento.
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